Queen In 3-D: la mia recensione del libro di Brian May



Ho trascorso circa una settimana in compagnia di Queen In 3-D, il libro stereoscopico di Brian May, pubblicato nel nostro paese dalla Edel Italy e tradotto, per volontà dello stesso autore, da Raffaella Rolla, amica personale di Brian ormai da molti e anni e, posso dirlo con sincero piacere, amica anche del sottoscritto. Sono stati giorni interessanti e divertenti, che meritano di essere raccontati in questa breve recensione. Non troverete spoiler, ma solo le descrizioni delle sensazioni che ho provato nel corso della lettura.


La fotografia stereoscopica è una vera magia. Non posso che partire da questa considerazione per raccontare Queen In 3-D. Conoscevo già l'effetto tridimensionale ideato a metà del 1800 e riportato in auge dalla rinata London Stereoscopic Company (un altro merito di Brian May) per aver vinto un paio d'anni fa una copia autografata di Diableries, volume nel quale Brian, assieme ai co-autori Denis Pellerin e Paula Flemings ha raccolto una serie di card originali francesi.

Il caso ha voluto che anche Queen In 3-D arrivasse nelle mie mani grazie ad un concorso, stavolta indetto da Radio Capital. Sarà per questo che in questi giorni ho iniziato a sperimentare anche io la fotografia stereoscopica, utilizzando una delle tante app disponibili (le trovate sia per iOS che Android). Il fatto è, come ripete spesso Brian, che quando scopri la possibilità di realizzare degli scatti dotati di profondità e di una lucentezza a dir poco realistica, le classiche fotografie bidimensionali diventano improvvisamente noiose. Il mio consiglio dunque è: provateci!

Queen In 3-D rispecchia con assoluta fedeltà l'edizione inglese. Il libro è custodito all'interno di un box rigido assieme alla cartellina che contiene il visore stereoscopico OWL e le istruzioni per utilizzare al meglio il dispositivo. Sul Blog ho realizzato un mio personale tutorial. La visione in 3-D è piuttosto semplice, ma se vi serve un aiuto, potete trovare qualche utile indicazione cliccando QUI. Quello che potrete ammirare è un volume denso, pesante (per numero di pagine, non certo per i contenuti!) e finemente realizzato. Un’opera preziosa quindi. Se siete amanti dei libri come il sottoscritto, proverete un vero brivido di piacere nell’aggiungere alla vostra collezione questo autentico gioiello di creatività.




Come annunciato nei mesi scorsi, Queen In 3-D non è una autobiografia in senso proprio. È piuttosto un viaggio della memoria da fare assieme a Brian May, che ci guida attraverso i suoi ricordi in compagnia di tantissime fotografie che ritraggono i Queen negli oltre 40 anni di carriera. Anzi, c'è molto di più, perché Brian racconta anche i propri inizi, quando la band era lontana decenni dal suo orizzonte e, un po' come tutti noi, il nostro caro Doc era ancora un adolescente alle prese con quelle passioni (la musica, cards stereoscopiche e la scienza) che ne avrebbero segnato per sempre il destino.

La narrazione, ottenuta riportando sulle pagine i commenti “a caldo” fatti da Brian durante la visione delle fotografie, segue un ordine cronologico e permette quindi di ripercorrere la sua vita e quella dei Queen fino ai giorni nostri. Non mancano infatti un paio di brevi capitoli dedicati alle esperienze con Kerry Ellis, Paul Rodgers, Adam Lambert e il musical We Will Rock You.

Soprattutto c'è il dipanarsi, pagina dopo pagina, di un racconto fatto di riflessioni, folgoranti ricordi che riemergono dal passato, spiegazioni sui retroscena della vita dei Queen rimasti fino ad oggi sepolti nella memoria (e nei famigerati archivi) dello stesso Brian. Stupisce il fatto che buona parte del libro sia dedicato agli esordi della band e agli anni '70. Più frettolosa invece la narrazione della seconda metà degli anni '80, salvo una lunga esposizione di due video che meritavano in effetti particolare attenzione: quello di Radio Ga Ga e It's A Hard Life. Il sospetto è che per Brian rievocare le fasi finali della storia dei Queen con Freddie Mercury sia ancora oggi un processo doloroso. 

Non credo che questa scelta renda il libro incompleto. Anzi, vi è una sorta di naturale energia che scaturisce dalla lettura di una storia che rievoca le difficoltà dei primi anni, ma anche le immense gioie di un percorso poi divenuto leggenda. La sensazione, in altri termini, è che la storia raccontata in Queen In 3-D non sia la rievocazione di un glorioso e nostalgico passato ma, piuttosto, la fiera messa in scena di una storia che pulsa e risplende ancora oggi. In questo senso, ho trovato uno splendido parallelismo tra ciò che i Queen riescono a fare ancora oggi sul palco (sebbene in una forma per forza di cose diversa) e quanto viene descritto nel libro.

La scelta di non utilizzare quello che Brian definisce "ghostwriter" è dunque vincente. Solitamente, anche i grandi scrittori scelgono di avvalersi di questa figura ombra per ottenere un testo coerente, ripulito da errori, ovviamente col minimo sforzo (se volete approfondire il tema vi consiglio la lettura dello splendido romanzo The Ghostwriter di Robert Harris, da cui peraltro Roman Polanski ha tratto un altrettanto strepitoso film). Nel caso di Queen In 3-D invece la voce di Brian emerge chiaramente e si ha quasi la sensazione di averlo accanto mentre sfoglia le pagine assieme al lettore e indica con le sue lunghe (lunghissime, lo vedrete grazie all'effetto stereoscopico!) dita una certa fotografia e ve ne racconta la storia. 

Perché, in effetti, ogni scatto realizzato (sul palco, in uno studio di registrazione, nei camerini, nelle vie delle grandi metropoli, nelle stanze d'albergo) è una sorta di micro-racconto. O, se preferite, ognuna di queste immagini non è altro che una porta, che merita di essere aperta perché al di là della soglia c'è una delle cose che amiamo di più: la storia, quella vera e pulsante, dei Queen. 

Un libro da avere dunque, da ammirare come oggetto prezioso e da studiare per gli importanti contenuti. I fan dei Queen non dovrebbero perderlo. Nemmeno coloro che magari nel tempo hanno rinunciato a seguire la vita della band dopo il 1991, perché tra le pagine di Queen In 3-D lo spirito di Freddie Mercury è davvero presente. Non come un'ombra, perché quello messo in campo da Brian May è soprattutto un tributo, non solo a sé stesso e alla storia dei Queen ma anche e sopratutto all'amico, un Freddie costantemente presente, tanto nelle immagini tridimensionali quanto nei racconti che compongono il libro.

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Visita il sito della London Stereoscopic Company: clicca QUI