Intervista a Brian May su Saga Magazine del 06 Novembre 2017



Le follie delle rockstar possono manifestarsi in molteplici forme diverse. Rod Stewart ad esempio ha il suo campo da calcio. Pete Waterman, l'uomo che sta dietro i successi di Kylie Minogue, ha un modello di ferrovia. Sting ha la sua vigna italiana.


Brian May, il chitarrista dei Queen, cura volpi e ricci, possiede un orto biologico e una foresta di rododendri, alcuni dei quali alti più di 20 piedi. Il suo interesse per la fauna selvatica, concretizzata nella creazione del Save Me Trust, ha base nella sua proprietà di 70 ettari nel Surrey e comprende capannoni, rifugi per volpi e tassi, oltre ad una ambulanza e alla chirurgia veterinaria.

Aspettando l'inizio dell'intervista, mi guardo attorno e scorgo due cervi selvatici che brucano il prato. "Non sono belli?" sussurra May, comparso improvvisamente alle mie spalle mentre filma i cervi con il suo telefono. Il 70enne è alto, indossa quei famosi zoccoli che aggiungono almeno quattro centimetri. E’ vestito in modo casual, con pantaloni militari aderenti, maglietta felpata e panciotto beige. A guardarlo difficilmente lo potresti valutare come il tipo di uomo che suona la chitarra nella banda più stravagante della storia del rock.

Di persona, May è una sorta di stella anti-rock; tranquillo, premuroso e notevolmente gentile, tanto che mi guida dolcemente nella sua cucina per farmi un caffè per poi andare in quello che può essere descritto solo come suo "museo delle macchine fotografiche". Ecco perché siamo qui. May ha recentemente pubblicato un libro in 3D, pieno di immagini stereoscopiche (il termine tecnico per il 3-D) che ha scattato durante tutta la carriera dei Queen. Le immagini sono accompagnate dalle parole dello stesso May e raccontano la storia dei Queen dall'interno. Lui lo definisce come la cosa più vicina ad un'autobiografia che scriverà mai.

“Il mio interesse per le immagini 3D è nato attraverso le scatole di cereali Weetabix. Quando ero un bambino, ricordo di aver aperto una di queste confezioni e di aver trovato all’interno un figurina che ritraeva un ippopotamo. Beh, erano due immagini, fianco a fianco e apparentemente identiche. Sempre nella scatola c’era l’offerta per comprare qualcosa chiamato visore Vistascreen. Quando finalmente mi arrivò anche il vosre, ho messo l'immagine dell’ippopotamo al suo interno e... era come una magia! Era come vedere l'animale davanti a me, con profondità e colore.”

Quel visore Vistascreen è oggi posato sul tavolo accanto a May, ed è solo uno di una vasta collezione di telecamere stereoscopiche e di immagini che riempiono la stanza. Alcune delle telecamere sembrano disegnate in modo davvero stravagante da Heath-Robinson (illustratore e disegnatore inglese noto per i suoi lavori stravaganti, ndt), ma altre sono opere artigianali splendide, acquistate nei mercatini delle pulci e nei negozi di antiquariato durante i tour mondiali dei Queen.

Queen In 3-D è il quinto libro stereoscopico di May, pubblicato con la rinascita della London Stereoscopic Company, che ha iniziato la sua vita nel 1854, ma è anche il primo libro a occuparsi della storia e della vita e dei Queen.

“Non sono mai stato così desideroso di scrivere su di me perché ho sempre avuto cose più interessanti da fare”, spiega. Insieme alla passione per la fotografia stereoscopica e alla difesa degli animali, May si occupa anche di astrofisica, sta seguendo le riprese del film biografico dedicato a Freddie Mercury e, naturalmente, va ancora in tour con i Queen.

Anche se la versione attuale della band presenta Adam Lambert alla voce, May sa che la gente vuole sempre parlare di Freddie Mercury.

“L'ho incontrato alla fine degli anni '60, quando era venuto a vedere Smile, la band in cui ero in quel momento. Lui ci ha sempre detto: ‘Non bisogna solo cantare le canzoni, bisogna dare al pubblico uno spettacolo’. Io pensavo: ‘Di che diavolo sta parlando?’. Ma quando i Queen si sono finalmente formati, ho cominciato a capire quello che intendeva. Freddie ha voluto rendere ogni concerto un evento ed è sempre stato il padrone di casa. La cosa strana è che fuori dalle scene Freddie non era così come potevi vederlo sul palco. Aveva a cuore la propria privacy ed era molto riservato, il che lo rendeva molto timido e insicuro. E penso di vedere che in alcune delle foto contenute nel libro sia evidente di non essere a proprio agio davanti alla telecamera. Sono sicuro che il suo modo di stare sul palco fosse la maniera con cui affrontava la propria insicurezza. Essere in una band ti permette di reinventarti e Freddie si è reinventato come dio del Rock. Ed era anche una bella persona!”

La hit Bohemian Rhapsody del 1975 ha trasformato i Queen in una delle più grandi band del mondo, ma alcune delle foto del tour del 1970 sembrano sorprendentemente ordinarie.

“I tour negli anni '70 non erano affatto glamour come poteva sembrare. Avevi a disposizione un paio d'ore di sonno, disteso sugli amplificatori sul retro del bus tour e ti potevi lavare nel gabinetto di qualche camion americano in sosta. Quando eravamo all'estero, ero fortunato se riuscivo chiamare a casa una volta alla settimana. All’epoca naturalmente i cellulari non esistevano, così per rimanere in contatto con le persone avevo l’abitudine di inviare lettere aeree e cartoline. Scritte a mano! Ma la cosa migliore era non avere  paparazzi attorno. Sebbene i Queen fossero già famosi, all’inizio nessuno si interessava al nostro lato privato: eravamo solo musicisti. Purtroppo, tutto ciò che è cambiato alla fine degli anni '80 con tutte le storie su Freddie. E anche io ho avuto la mia bella dose. Mi ricordo che una volta ero fuori in giardino con i miei figli e improvvisamente ho capito che ci stavano fotografando. Era davvero una brutta situazione. E poi quando abbiamo perso Freddie, alcune delle storie uscite fuori erano orribili.”

Percorrendo le 360 ​​immagini del libro si schiudono molti ricordi meravigliosi per May, ma le immagini di Freddie a volte trasmettono tristezza.

“Ci sono state delle lacrime”, ammette. “Molte lacrime. Vederlo in quelle immagini, così piene di vita. Era Freddie! Mi manca ogni giorno, ma so anche quanto calore e amore ci siano ancora per lui. Quando le persone mi parlano di lui, sorridono sempre. Anche dopo tutti questi anni, rende ancora felici tante persone.”

Dopo che Mercury è morto nel 1991, May si aspettava di chiudere definitivamente con i Queen, ma non c'erano assolutamente i piani per “ritirarsi”.

“Sto male se non faccio niente”, insiste May. “Anche quando andiamo in vacanza, trovo difficile rilassarmi. Passano i primi due giorni in piscina, poi devo uscire, esplorare, incontrare persone, vedere gli animali, scattare foto, guardare tramonti e nuotare nel mare. La mia buona moglie è molto brava a godersi il momento. Se stiamo cenando, su un aereo o in una festa, lei è lì, si gode il pasto e la compagnia, completamente immersa nel momento. Mi domanda sempre perché non posso farlo anche io. Forse è perché vivo nella mia testa, quindi sto sempre a pensare a qualcos'altro. Un telescopio, un libro che sto leggendo, una canzone di Little Richard, un'immagine stereoscopica che ho trovato nascosta in un cassetto. Cerco di ascoltare quello che dice Anita e sto migliorando il mio “essere qui”. Qualunque sia il momento, non è per lungo tempo, quindi potrei anche godermelo. A volte guardo indietro le cose stupefacenti che ho fatto e mi chiedo se mi sono veramente apprezzato tanto quanto avrei potuto. Mi manca il divertimento di quegli anni? Sono un po' un vecchio miserabile? Ha ha! Ti ho il titolo per il tuo articolo! La meditazione mi sta aiutando. Sta aiutando a calmarmi la mente. E l’esercizio. Non sono mai stato dedico all’alcool e alla droga, ma ho trascurato il mio corpo per molti, molti anni.”

Alcune delle immagini degli anni '70 contenute nel libro in effetti lo ritraggono particolarmente dimagrito.

“Questo perché avevo dei problemi allo stomaco”, spiega May. “Sono stati risolti, ma dovevo sopportare una dieta povera, senza sonno, stress, e zero esercizio. Alla fine, dovevo avere circa 60 anni, ho capito che non potevo continuare così. In questi giorni guardo quello che mangio, faccio esercizio fisico per un'ora ogni mattina, doccia calda e fredda e finisco con un po' di meditazione. Sto finalmente prestando attenzione al mio corpo.”

Tutto questo funziona?

"Ho 70 anni e sono più occupato di quanto sia stato da molto tempo. E ho ancora la fame, il desiderio di creare e indagare. Per uscire e sperimentare la bellezza. L'immensa bellezza che ci circonda.”

Come per magia, è veramente accaduto, mentre l’intervista prosegue, appare una volpe che attraversa il prato. May ridacchia tranquillamente. Sotto il suo respiro, posso solo sentirlo dire: “Guardala. E’ bellissima. Perché dovremmo farle male?”. Si alza e si avvicina alla finestra.

“Ricordo quando ero a scuola di domenica e l'insegnante ci disse che siamo migliori degli animali perché abbiamo un'anima e ciò significa che possiamo andare in paradiso. Pensavo al mio animale domestico del tempo, aveva pelle, sangue, orecchie, occhi, gambe. Sicuramente aveva un'anima. Non riuscivo a capire, e ancora oggi non posso capirlo. Che cosa ci dà il diritto di dire che siamo meglio degli animali? Che cosa ci dà il diritto di uccidere un animale solo perché si trova dove stanno costruendo una strada stradale o perché bisogna proteggere un'industria alimentare già dannosa di per sé? Questo è ciò che riguarda lo sterminio dei tassi, sai? Quello che abbiamo raggiunto con i Queen significa molto per me, ma il lavoro che sto facendo oggi è più importante di tutti gli album che abbiamo venduto e dei tour. Si tratta di trattare queste creature con rispetto e di provare ad essere una persona decente. Non è questo ciò che conta davvero?”


(Fonte: www.saga.co.uk)